Nei dati ufficiali di un motore elettrico viene indicata sia la potenza massima sia quella omologata: scopriamo le differenze.
Sul motore elettrico capita di fare un po’ di confusione sulla potenza. Sono due i dati ufficiali indicati dalle Case nella scheda tecnica ufficiale: una è la massima, l’altra è omologata, di parecchio inferiore rispetto alla prima. Ecco che, quindi, un neopatentato potrebbe prendere a riferimento la seconda e presumere di potersi mettere al volante anche di bev sportive, tipo la Porsche Taycan Turbo S. Ma sarà davvero così oppure si tratta di una cattiva interpretazione? Scopriamolo insieme.
Il significato
Per approfondire la questione dobbiamo risalire alla normativa che sancisce l’omologazione dei motori endotermici ed elettriche destinati agli autoveicoli, la UN/ECE R-85. Ebbene, stando alle disposizioni del legislatore la potenza omologabile dei motori elettrici è quella mediamente calcolata nell’arco di una mezz’ora con il piede a tavoletta sull’acceleratore.
Mentre all’inizio il propulsore eroga la massima potenza, in un secondo frangente l’elettronica di controllo limita l’erogazione affinché non venga mai superata la temperatura di 180 °C, onde evitare di rovinare la parte meccanica. Superata, infatti, tale soglia, lo smalto isolante, adibito a ricoprire i fili di rame degli avvolgimenti, smette di assolvere correttamente la propria funzione.
Da qui la decisione dei produttori di porre un limite. Si spiega così il netto divario tra la potenza massima del motore e quella omologata. In diversi casi si registra un notevole gap, poiché sulla potenza continua viene corrisposto il “bollo”. Il valore in questione fa fede nel stabilire se i neopatentati abbiano o meno la facoltà di guidare un dato modello.
Per un periodo è stato possibile mettersi al volante di un bolide quale, ad esempio, la Taycan S, fino a quando una modifica al testo non ha modificato i parametri. Oggi l’unica opzione per disporne è di avere come passeggero anteriore un Under 65 con la patente da almeno 10 anni.