Ma quanto consumano le auto elettriche? Per chi è abituato da una vita a pensare in “quanti km faccio con un litro”, può sembrare complicato abituarsi a un modo diverso di misurare i consumi. Già, perché qui il riferimento non è più ai litri, di benzina o di gasolio, bensì ai kWh, un’unità di misura con cui finora abbiamo avuto a che fare solo per la “bolletta della luce” di casa. Niente paura, ci si abitua in fretta al cambiamento. A patto di non fare confusione e di mettersi bene in testa alcuni concetti di base.
Anzitutto evitiamo di fare confusione tra due sigle piuttosto simili tra loro e che incontriamo quando ci documentiamo sul rifornimento, o ricarica, dell’auto elettrica: kW e kWh. Già, perché la potenza con cui viene erogata l’energia dalla colonnina alla quale colleghiamo la nostra auto si misura in kW. Mentre la quantità di energia contenuta nella nostra batteria si misura in kWh. Per aiutare a capire meglio, di solito si fa riferimento al paragone con…una vasca da bagno, proposto in questa illustrazione dal sito francese Chargemap:
La quantità di acqua trasferita alla vasca da bagno corrisponde alla quantità di energia erogata al veicolo elettrico in kW. Un esempio per capirci meglio: se collego la mia auto a una stazione da 11 kW per 1 ora, guadagno 11 kWh di carica nel mio pacco-batterie.
La risposta è: dipende. Perché non tutte le auto elettriche, esattamente come i modelli a benzina o a gasolio, consumano allo stesso modo. In genere più la macchina è pesante e potente, e più consuma. Diciamo che si va da un minimo di 4-5 km con un kWh, fino a 7-8 km per le più virtuose. I produttori di auto sono obbligati a pubblicare i dati ufficiali di omologazione delle loro auto, secondo uno standard comune che si chiama in sigla WLTP. Fornendo sia una misurazione di quanti kWh servono per percorrere 100 km, sia un dato su quanti km si possono percorrere in tutto con un pieno di energia, la cosiddetta autonomia. È un dato medio, che comprende i consumi in città, in strada statale e in autostrada. E anche qui variano da modello a modello. Tenendo presente due cose molto importanti:
1. Le auto elettriche sono molto parche nei consumi in città, perché godono della cosiddetta “frenata rigenerativa”. Ovvero: l’energia cinetica scaturita dalla decelerazione, o dalla frenata, viene utilizzata per ricaricare la batteria. In autostrada, invece, a velocità elevate, i consumi sono molto alti e di questo occorre tener conto nel pianificare viaggi lunghi.
2. L’autonomia di un’auto elettrica cala d’inverno, perché le batterie “sentono il freddo”. Può trattarsi di una riduzione dell’autonomia anche del 20%. E anche di questo bisogna tenere conto.
Anche qui la risposta è: dipende. Dipende anzitutto da quanto è capace la batteria, esattamente come in un’auto a benzina dipende da quanto è capiente il serbatoio. In genere si va da un minimo di 20-22 kWh fino a 100 e più kWh. Con autonomie ben diverse, evidentemente: si va da 150-200 km fino a 6-700 km. Ma il costo dipende soprattutto da un altro fattore: dove si ricarica.
Se siamo in grado di farlo a casa nostra, perché abbiamo una presa di corrente che abbiamo attrezzato con uno scatolotto chiamato wall-box, possiamo ricaricare a un prezzo che è di circa 20-22 centesimi per kWh. Intendiamoci: si tratta in genere di una ricarica lenta, a bassa potenza, che di solito si fa di notte quando la macchina è ferma. Se invece ci serviamo di una colonnina pubblica, il prezzo per kWh aumenta. Si va da un minimo di 30-35 centesimi al kWh fino a 70 centesimi. In questo caso si tratta di colonnine ad alta potenza, in corrente continua, che permettono di ricaricare l’auto in una ventina di minuti, mezz’ora al massimo. Il tempo di una pausa per un caffè e di una telefonata.